Il signore dei ciottoli.
Sulla cinquantina inoltrata e capelli bianchi non curati. Così a primo impatto si presentava Pete seduto nel suo atelier all’angolo di castle road. Vivevo ai tempi in un appartamento al numero 4, di quella via. La stessa dove cent’anni prima pressoché, Conan Doyle era solito a passeggiare e che, da allora, non doveva essere cambiata granchè; i negozi le insegne, le moquettes rosse e l’odore acre di muffa: tutto manteneva un sapore antico e consumato.
Una grande finestra affacciata sulla strada, mi permetteva di osservare in tranquillità i personaggi della zona. Ad ognuno di loro avevo affibiato un nomignolo ispirandomi alle loro abitudini, tra cui Mr. Bramshott, il Giardiniere del mattino, il Postino Trum e tanti altri. Mi divertivo a immaginare le loro vite e storie, la semplicità del loro quotidiano dove come piccoli omini a molla capitavano sotto alla mia finestra nelle ore del giorno. Nessuno di loro però mi convinceva al punto di voler scrivere della sua storia, ognuno di quei fili d’erba messo su carta non pareva brillare. Le piccole loro storie compiacevano solo me che potevo osservarle nei dettagli. Lasciavo passare le ore, i giorni e i mesi, osservando, annoiandomi e compiacendomi nell’attesa. Tra dischi di vinile e grammofoni, piccoli caffè e il pub del gatto, si nascose a lungo ancora l’atelier di Pete.
Quel giorno girovagavo nel quartiere alla ricerca di ispirazione e per scacciare la noia di un qualunque pomeriggio di febbraio; notai un cagnetto bianco, a fianco alla vetrina di quella che pareva una bottega d’arte. Incuriosita entrai.
Al suo interno, Pete, dialogava con tre signori guidandoli attraverso il negozio. Le opere esposte erano tra le piú inquietanti mai viste, alcune composte da piume di piccione e catrame, un orrore! Mi affrettavo ad uscire, quando notai un gruppo di ciottoli disposti a lato della stanza, incisi con parole diverse, “qui”, “guarda”, “perfavore”, “torno subito”. Mi incuriosirono, tuttavia uscii senza fermarmi, intimorita dalle visioni vibranti di un artista che mi era parso di poco valore. Rientrai a casa e, Pete, il suo cagnetto e le sue esposizioni lugubri uscirono dai miei pensieri.